[67] Quid enim mereas, ut Epicureus esse desinas? "Nihil equidem," inquis "ut rationem vitae beatae veritatemque deseram". Ista igitur est veritas? Nam de vita beata nihil repugno, quam tu ne in deo quidem esse censes, nisi plane otio langueat. Sed ubi est veritas? In mundis, credo, innumerabilibus omnibus minimis temporum punctis aliis nascentibus, aliis cadentibus; an in individuis corpusculis tam praeclara opera nulla moderante natura, nulla ratione fingentibus? Sed oblitus liberalitatis meae, qua tecum paulo ante uti coeperam, plura complector. Concedam igitur ex individuis constare omnia; quid ad rem?
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67. Che ci perderesti a smettere di essere epicureo? ?Nulla m'indurr? a rinunciare ? mi risponderai ? alla norma
che permette una vita felice e al possesso della verit? ?. Sarebbe questa dunque la verit?? Non faccio obiezioni circa la
felicit? che tu non riconosci neppure in un dio se non a condizione che languisca nell'ozio. Ma dov'? questa verit??
Penso negli innumerevoli mondi che ad ogni istante nascono o muoiono. 0, forse, nelle particelle indivisibili che senza
alcuna guida da parte della natura e senza il minimo principio razionale costruiscono opere cos? eccelse? Ma mi avvedo
di aver messo alquanto da parte la longanimit? che avevo cominciato ad usare nei tuoi riguardi e che sto esorbitando
dall'argomento. Ammetter? dunque che ogni cosa ? composta di atomi. Ma questo che ha a che fare con il nostro
argomento?
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